COME UTILIZZARE LE PIANTE OFFICINALI

Raccogliere, essiccare e conservare le w:piante officinali sono trattamenti che bisogna fare nel modo più corretto ed accurato possibile perché queste mantengano perfettamente le loro proprietà. Scopriamo quindi con chiari passaggi come procedere alla raccolta, all’essiccazione e alla conservazione di gran parte delle piante officinali selvatiche presenti nel territorio italiano, ma anche di molte di quelle coltivabili in casa.

Dove e come raccogliere le piante officinali:

piante officinali - Mentha spicata varietà crispata Come sempre quando si lavora con le piante, è’ fondamentale procedere con metodo e una certa cura; sia per evitare che queste muoiano, recando danni all’ambiente, sia per noi stessi, perchè una raccolta non corretta impedisce alla pianta di esserci di nuovo d’aiuto in futuro. E’ molto importante anche la scelta del luogo nel quale coltivare o dal quale raccogliere le erbe officinali che ci servono: le piante assorbono tutto, di conseguenza bisogna evitare assolutamente di raccogliere quelle presenti sui cigli della strada, o nei pressi di scarichi o di campi coltivati in modo intensivo. Purtroppo, quindi, la campagna non è più un sinonimo di ambiente incontaminato: decisamente meglio cercare le piante officinali in montagna, nei boschi e nei prati. In pianura bisogna trovare i grandi spazi aperti non coltivati o, se lo sono, i metodi di coltivazione devono essere tradizionali. Anche i corsi d’acqua naturali sono purtroppo da evitare; in caso di canali artificiali, bisogna assicurarsi che questi siano unicamente di “uscita” (ovvero che non raccolgono le acque di altri corsi d’acqua  ma la forniscono solamente). Un luogo adatto alla ricerca di piante officinali in campagna sono i boschetti artificiali (pioppi piantati in fila utilizzati per la produzione della carta e derivati del legno), molto diffusi nella pianura padana ma anche in tante altre aree dell’Italia.

Bisogna avere altrettante precauzioni nel modo in cui interveniamo sulla pianta e trasportiamo le parti raccolte fino a casa; comportiamoci da “ospiti” e quindi interveniamo con moderazione e pulizia. Non dobbiamo assolutamente strappare con le mani interi pezzi di pianta ma raccogliere solo le parti di nostro interesse nel quantitativo che ci serve: bisognerà munirsi di un coltellino o una cesoia per raccogliere le foglie, i fiori o i frutti. Anche le radici vanno raccolte con moderazione: possiamo prenderne solo una parte aiutandoci con una zappa, senza sradicare la pianta a mani nude ma togliendola dal terreno con molta terra attorno, prendere un po’ di radici e ripiantarla; in questo modo la pianta continuerà a vivere e noi potremo ricorrervi nuovamente in futuro. Ovviamente evitiamo di raccogliere specie protette. Erbe, radici, fiori e frutti vanno depositati in un cestino rivestito in tela a trama rada (permette il passaggio dell’aria), evitando assolutamente di schiacciarli e coprendoli con un pezzo di tela, evitando del tutto il materiale plastico.

Quando raccogliere le piante officinali:

La raccolta va effettuata nel periodo definito “balsamico”, che varia da pianta a pianta e da zona a zona a seconda dell’habitat, del clima, ma anche delle condizioni straordinarie alle quali la pianta può essere esposta. Le schede botaniche che troverete su Flower Tales sono quindi da considerarsi “indicative”: danno informazioni di massima sulla raccolta, ma sarà vostra cura valutare la reale condizione della pianta prima di procedere. Ci sono tuttavia delle indicazioni che non si possono tralasciare per avere un risultato ottimale. La raccolta va fatta al mattino, soprattutto per quanto riguarda le parti aeree della pianta (tutto ciò che sta sopra il terreno), non troppo presto: bisogna attendere che tutta la rugiada formatasi di notte si sia asciugata, altrimenti, se ancora bagnati, fiori e foglie si rovinano velocemente. La raccolta delle radici invece va fatta dopo una pioggia.

Ecco delle indicazioni da seguire (salvo diversa segnalazione sulle schede botaniche) per raccogliere al momento giusto le varie parti della pianta:

  • Semi: a completa maturazione del frutto, prima che questo sia caduto dall’albero;
  • Fiori: a completa fioritura, prima che appassiscano;
  • Foglie: Prima della fioritura della pianta;
  • Frutti: quando sono pienamente maturi;
  • Steli ed altre parti della pianta: se complete di fiori allora raccoglietele durante la fioritura, altrimenti prima che questa avvenga.
  • Gemme: prima dell’apertura, all’inizio della primavera
  • Corteccia: va raccolta in primavera, ma non bisogna farlo  su piante troppo giovani.

Tutte le operazioni di raccolta vanno ovviamente eseguite con moderazione, senza abusare di una pianta per evitare che questa muoia o possa smettere di esserci utile in futuro.

Come essiccare e conservare le piante raccolte:

camomilla: essiccare le piante officinali - Flower Tales: cosmetica naturale fai da teL’essiccazione va fatta subito dopo la raccolta, il prima possibile per evitare che la parte si rovini o inizino a formarsi batteri, al riparo dal sole, in un luogo asciutto e ventilato. Anche gli strumenti che usiamo sono importanti: bisogna stendere le parti di interesse su graticci o su assi in legno ricoperte da una tela che permetta la traspirazione dell’aria e ad eventuali insetti di abbandonare la parte ormai non più utile ai loro scopi; non provate a “pulire” le parti manualmente: questi piccoli ospiti se ne andranno da soli se avete disposto le parti da essiccare in modo corretto. Non usate carta assorbente o plastica, la tela dev’essere a trama grossa e non deve assorbire i succhi della pianta, questa deve seccarsi all’aria. Non bisogna assolutamente lavare alcun parte aerea della pianta né prima né dopo l’essiccazione. L’essicazione dura dai 15 ai 20 giorni e richiede una certa manutenzione: bisogna girare di tanto in tanto le erbe, selezionarle buttando via le parti nere o con eventuali muffe o insetti che non hanno abbandonato la pianta. Quando sono completamente secche possono essere conservate in un vaso di vetro o di terracotta o in sacchetti di carta o di tela. Vanno usate entro un anno.

Le radici e i frutti carnosi vanno invece trattati in modo diverso: le radici in particolare (e solo quelle) vanno lavate accuratamente prima di procedere. Sia radici che frutti vanno tagliati a fettine fini e infilati con uno spago sottile rimanendo attenti che passi aria fra una fetta e l’altra; l’essiccazione avverrà all’aria e al sole, semplicemente appendendo lo spago su un punto soleggiato e areato. L’essiccazione dura finché radici e frutti non raggiungono una consistenza gommosa, vanno quindi poi tolti dallo spago e conservati in sacchetti di carta o di tela.

Scrivete sul contenitore il nome della pianta, la parte di essa presente, il mese, l’anno e il luogo di raccolta.

Gli oleoliti:

Per conservare una pianta officinale, o meglio per avere le proprietà di essa pronte all’uso quando è necessario, si può ricorrere alla macerazione in olio vegetale. In questo modo si possono creare preziosi oli macerati: gli oleoliti. Leggi la nostra guida su come fare un oleolito.


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2 pensieri su “COME UTILIZZARE LE PIANTE OFFICINALI

  1. Francesca dice:

    Ciao,
    ho la pianta della calendula e vorrei fare un oleolito.
    Se ho ben capito i fiori dovranno essiccare per 20 giorni ?
    Una mia amica utilizza i fiori freschi.

    • Flower Tales dice:

      Per fare un oleolito i fiori dovrebbero essere secchi. Se la tua amica li usa freschi è perché sa che la calendula perde parte delle sue proprietà nell’essicamento, tuttavia i fuori freschi non sono indicati su un oleolito, perché rilasciano umidità all’interno dellolio. Io ti suggerisco di fare la tintura madre di calendula, dove si usano i fiori freschi, o acquistarla già pronta su Sul nostro shop. Si tratta di un attivo più performante di un oleolito.

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