AVENA COLLOIDALE FERMENTATA

Un piccolo approfondimento sull’avena colloidale fermentata, ingrediente molto amato da chi ha la pelle sensibile o spenta e soffre di un’eccessiva reattività cutanea. Dopo aver parlato di microbioma ed omeostasi cutanea, ecco gli attivi Flower Tales più indicati per mantenere la flora batterica in salute.

Avena colloidale? Meglio quella bio-fermentata!

avena colloidale fermentata è migliore per la pelle

Tra tutti gli attivi amici del microbioma, Flower Tales ha puntato molto sui biofermentati. Spiegheremo perché è così importante la biofermentazione batterica quando si tratta di resilienza ed omeostasi cutanea.

Dei tre attivi biofermentati, uno è un potente esopolisaccaride d’origine marina: l’EPS 15, di cui trovate una lettura di approfondimento (click QUI). Questa lettura mostra, con test In Vivo e In Vitro, i reali benefici di un EsoPoliSaccaride quando lo inserirete sul vostro cosmetico.

Gli altri due invece sono due attivi ottenuti dalla fermentazione dell’avena colloidale: il bio-fermentato post-biotico e l’avena prebiotica Flower Tales. Approfondiremo quest’ultimi.

Prestare attenzione alla destinazione d’uso dell’avena che si sceglie

L’avena, così come l’allantoina e l’inulina ed altri ingredienti lenitivi è un ingrediente molto apprezzato per la cura della pelle secca o disidratata. A differenza delle altre due è molto facile da trovare. Dopo la globalizzazione (è un prodotto di cultura nord americana) e il veganismo, i supermercati sono pieni di prodotti a base d’avena. Farina d’avena, latte d’avena sono ormai prodotti di base e negozi più specifici, inoltre propongono anche avena colloidale.

Chiunque lavori nel campo vi dirà che nessuno vieta ad un formulatore di utilizzare prodotti di standard alimentare per produrre un cosmetico. Invitiamo sempre però ad assicurarsi che lo standard dell’ingrediente che acquistate sia cosmetico o farmaceutico e non alimentare; tuttavia non è vietato dalla legge vendere o usare un ingrediente alimentare o nutraceutico per la formulazione di cosmetici.

Non è vietato ma è fortemente sconsigliato. Quel che invece mette d’accordo ogni professionista è che non si usano ingredienti da cucina per fare cosmetici. Quindi latte d’avena (che ora non si può più dire, quindi bevanda vegetale d’avena) e farina d’avena li escluderemo da questa analisi. Ci concentreremo sull’avena colloidale ad uso cosmetico.

Perché puntare sull’avena biofermentata?

Per favorire il microbioma e l’omeostasi cutanea, ovvero la capacità della pelle di ripristinarsi abbiamo puntato su due attivi a base di avena colloidale fermentata. Il motivo è semplice: aggiungere alle proprietà dell’avena i benefici della biofermentazione.

Avena colloidale non fermentata “VS” Avena colloidale bio-fermentata

biofermentati d'avena probiotici

Trasformare l’avena colloidale in un attivo cosmetico ad elevata attività cutanea non è una cosa da tutti. Fortunatamente i batteri sono maestri, tramite la fermentazione, a trasformare una materia prima in un habitat ricco di elementi nutritivi fondamentali per la loro sopravviveza. Se, inoltre, tale habitat si dimostra essere amato anche dai micro-organismi che vivono in simbiosi con la nostra pelle, allora tutto diventa molto più interessante.

Si ottiene una vera e propria avena colloidale potenziata! Molto più attiva rispetto alla semplice avena colloidale di partenza.

  • oltre il 25% in più di potere antiossidante,
  • polifenoli iniziali aumentati di quasi una volta e mezzo
  • oltre il tirplo di flavonoidi,
  • il contenuto di amminoacidi viene quadruplicato.

Inoltre avviene una produzione di elementi post-biotici: ovvero il cosiddetto “biofilm”, cioè l’habitat vero e proprio del microbioma. Un ambiente dal pH fisiologico che migliora la salute generale della pelle e la rende più luminosa e protetta. Si sviluppano anche una serie di peptidi antimicrobici che aumentano le capacità difensive della pelle.

Qualità dell’avena d’origine: fattore di prima importanza

Bisogna sottolineare quanto sia importante la qualità ed il tipo d’avena d’origine. Innanzitutto l’avena dev’essere con crusca: spesso, infatti, viene usata avena senza crusca perché permette di ottenere un’avena più raffinata e delicata; ecco un motivo in più per non usare farina d’avena o “latte” d’avena preso al supermercato.

Nel caso dell’avena pre e pro-biotic like Flower Tales e del bio-fermentato post-biotico, inoltre, la qualità dell’avena di partenza è già superiore di suo. Si tratta di un’avena particolarmente ricca di lisina ed altri ingredienti preziosi (approfondisci in scheda prodotto). Cosa non meno importante: viene estratta con un processo brevettato e 100% naturale che permette di ottenere una maggiore quantità di betaglucani idrosolubili. Vedi test in vivo degli attivi Flower Tales a base d’avena fermentata, cliccando QUI

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